Io sto meglio. / Tu?
Proemio
La paura di cadere mi accompagnava da troppo e così sono caduta. Imparare l’arte di cadere è adesso il mio proposito.
In questi marzo-aprile di isolamento e immobilità forzati, costretta in una casa diventata tana e trappola, ho sentito il bisogno di renderla trasparente cercando l’assenza degli affetti. Così ho infilato l’ago dal fuori al dentro e cucito assieme presenze e memorie per condividerle con le persone a me care. E ho cercato la poesia, che è tutto il mondo in poco spazio, per un visibile parlare: l’opera che parla e la scrittura che prende vita.
Ho talento per segni e colori, qui sento di avere certezze, nel reale, invece, sono in balia dello spirare del vento. Ho trovato immagini germinali, scintille, possibilità per dar forma alla sofferenza con emozioni da ricreare o distruggere.
Fortemente radicato nelle mie opere è un bisogno di riparazione – rompo per la paura e poi aggiusto. Non si può cambiare l’accaduto, bisogna farci pace. Il condividere, allora, dà coraggio e gioia anche in un presente non facile.
Si ripercorre il dolore ma anche la rinascita. Credo che la nostra epoca sia condizionata dalle opere degli artisti, così, se si vive – esistendo, forzatamente si assorbono. E prima si fa meglio è.
Sono grata di aver potuto dare forma compiuta alla mia necessità di segnare con tracce questo tempo sospeso.
Lina